Visitare una città come Palermo vuol dire entrare in contatto con il cuore della cultura dell’Isola; dai maestosi monumenti come la Cattedrale o il Palazzo Reale, alle piccole stradine che nascondono leggende, persino alcune strutture ricettive come molti bed and breakfast Palermo nascono all’interno di palazzi storici, antiche dimore nobiliari dall’opulenza unica.
Uno dei tratti caratteristici del capoluogo siciliano è senza dubbio la sua vocazione araba, retaggio di una dominazione durata tre secoli e che ha lasciato segni indelebili nella fisionomia generale della città.
La presenza araba nell’isola è molto ricca, tanto da portare alla costituzione di veri itinerari tematici per promuovere il binomio Sicilia Vacanze.
Tra le tracce più evidenti del passaggio della cultura orientale a Palermo, senza dubbio vi sono i tre mercati storici: il “Ballarò”, il “Capo” e la “Vucciria”.
I tre mercati costituiscono una delle mete più ambite dai turisti, soprattutto stranieri, attirati dal tripudio di colori e dal richiamo degli odori forti e invitanti emanati dalla mercanzia che fa bella mostra di sé.
Infatti, con le dovute proporzioni, poco o nulla è cambiato nella fisionomia dei mercati, riconoscibili come veri e propri suq arabi: frutta, verdura, carne, pesce, generi alimentari di ogni tipo colorano interi quartieri, invasi da una impressionante moltitudine di palermitani e turisti stranieri; taluni intenti a far la spesa, altri incuriositi da e affascinati.
Da oltre 1200 anni la tradizione dei mercati a Palermo non sembra dar segni di cedimento.
L’importanza che hanno assunto nella cultura Palermitana e in genere in quella siciliana è testimoniata anche dalla kermesse “Wucciria“, un evento che celebra il mercato forse più famoso della città, con la visita dei luoghi, degustazioni, aste del pesce e racconti che intrecciano storia e tradizioni popolari.
La rassegna ha il suo culmine giunti in Piazza Marina all’interno del palazzo Chiaromonte Steri, sede oggi del Rettorato dell’Università, che ospita all’interno la celebre tela del pittore bagherese Renato Guttuso. Il capolavoro fu realizzato nel 1974 e due anni dopo donato proprio all’Università di Palermo, e riesce a dare una visione coerente dello spirito del mercato, interprete per certi versi della “palermitanità“.
La tela inoltre cela all’interno alcune interessantissime curiosità, nascoste tra i personaggi dipinti, dettagli impercettibili, e storie nascoste nell’immortalità del capolavoro e del mercato stesso.
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